Data di presentazione: 19 marzo 2024

Data di trattazione: IN ATTESA DI TRATTAZIONE

Esito votazione: IN ATTESA DI TRATTAZIONE


Visti:

  • l’art. 3 della Costituzione Italiana concernente al primo comma l’uguaglianza formale e al secondo comma l’uguaglianza sostanziale dell’individuo;
  • la legge n. 76 del 20 maggio 2016 in materia di Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, che all’art. 1 comma 1 fa riferimento esso stesso all’art. 3 della Carta costituzionale.

Accertato:

  • quanto disposto dalla deliberazione della Giunta comunale n. 408 del 12 dicembre 2023 recante “Ufficio servizi demografici – approvazione delle tariffe per l’uso delle sale per la celebrazione dei matrimoni con rito civile”, in cui si fa riferimento alla celebrazione dei soli matrimoni civili escludendo le unioni civili;
  • che non risulta l’emanazione di alcun provvedimento analogo relativo alle unioni civili o meglio alcun provvedimento correttivo comprendente le unioni civili.

Preso atto che:

  • nell’ordinamento della Repubblica Italiana non esiste ad ora l’istituto giuridico del matrimonio con rito civile tra persone dello stesso sesso – cosiddetto matrimonio egualitario -, tanto che le norme del Codice civile citate dalla deliberazione di Giunta n. 408/2023 e dallo Statuto del Comune di Merano a cui la stessa deliberazione fa rinvio si riferiscono al solo matrimonio uomo-donna;
  • nell’anno 2016 è stato introdotto nell’ordinamento nazionale l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, disciplinato dalla suddetta legge n. 76/2016;
  • dal 2016 al 2023 si sono costituite nel Comune di Merano ventidue unioni civili.

Ritenuto che:

  • non si può, non si deve e non è tollerabile operare un’eventuale interpretazione analogica – non si ritiene di poter parlare di interpretazione estensiva alla luce dell’inesistenza del matrimonio egualitario nell’ordinamento – che equipari le unioni civili ai matrimoni con rito civile nella deliberazione giuntale n. 408/2023;
  • le persone dello stesso sesso che intendono unirsi civilmente hanno il diritto, nell’ambito dei limiti imposti dal legislatore nazionale che – non prevedendo per i due casi un’unica fattispecie normativa – già li penalizza, di essere equiparate alle persone di sesso opposto che intendono unirsi in matrimonio;
  • si tratta di una questione di giustizia sociale e di rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità (art. 2 Cost.);
  • gli articoli 2 e 3 impongono alla Repubblica, dunque anche al Comune di Merano, di garantire i diritti inviolabili dell’uomo nonché di rimuovere gli ostacoli che di fatto limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini in modo da garantire il pieno sviluppo della persona umana;
  • la forma è sostanza, alla luce di tutto ciò appare anacronistico che nell’anno 2024 le unioni civili non siano esplicitate tra le competenze dell’Ufficio stato civile segnalate sul sito istituzionale del Comune di Merano così come sulle targhe che nel Palazzo del Municipio indicano l’apposito ufficio fisico, nonostante esse vengano regolarmente celebrate (vedasi ultimo punto del “preso atto”).

Tutto ciò visto, accertato, preso atto e ritenuto,

il Consiglio del Comune di Merano

impegna


l’Amministrazione comunale

  • ad adottare un provvedimento di secondo grado rispetto alla delibera di Giunta comunale n. 408/2023, allegata alla mozione, che contempli anche le unioni civili al fine di dare ad esse la stessa dignità spettante ai matrimoni con rito civile;
  • a sensibilizzare, allo stesso fine di cui al punto precedente, il personale comunale sul tema e ad adottare tutte misure necessarie al raggiungimento di tale fine – si pensi ad esempio alle competenze indicate sul sito web per i funzionari addetti o alle targhe che indicano l’Ufficio all’interno del Palazzo del Municipio;
  • ad avviare un’azione di sensibilizzazione nei confronti dei parlamentari locali per l’approvazione delle proposte di legge depositate in Parlamento volte a far sì che il matrimonio possa essere contratto da due persone di sesso uguale od opposto con i medesimi requisiti ed effetti.

Il Consigliere e la Consigliera del Partito Democratico

Daniele Di Lucrezia

Daniela Rossi Saretto